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Scialpinismo >> consultazione

Oggi è Domenica 28 aprile 2024

Ortles (3905)

Chi frequenta OTT sa, o dovrebbe sapere, che nessun contributo va preso alla lettera e tutte le informazioni vanno vagliate criticamente.

 

Regione:Alto Adige Data:04/06/2006
Nome:Gino Odorizzi e Alberto Pedrotti Email:albertopedrottiat symbolgmail.com
Nome gita:Ortles (3905) Partenza da:Rifugio Borletti
Quota partenza:2188 Dislivello:1700
Esposiz. salita:Nord Esposiz. discesa:Nord
Difficoltà:Sci-alpinista ottimo Manto nevoso:Stupendo
Tipo di neve:Farinosa Valutazione gita:Stupendo
Bibliografia: Valle partenza:Valle di Trafoi
Commento gita:
Dal rifugio si raggiungono in breve le ultime lingue di neve. Si risale tutta la Eisrinne, fra blocchi di ghiaccio azzurro cementati nella neve fresca; l'esposizione alla caduta di seracchi dura piú di un'ora. Un canalino direttissimo si eleva da 2900 a 3200 metri, raggiungendo una forcella della via normale. Di qui per cengia si raggiunge un bel catino nevoso, chiuso da seracchi. Se ne esce superando, un po' a fatica, una stretta fascia rocciosa proprio sotto il Bivacco Lombardi - questo, in buone condizioni. La parte alta è tutta un gioco di seracchi che appaiono e scompaiono nalle nebbie. Del tutto nuovo al luogo, e partito per salire a scrocco, mi ritrovo a tracciare nella neve fresca, con un vigoroso bresciano a fare da navigatore. A 3650 metri ci addentriamo nel vasto plateau sommitale, illusi da qualche sprazzo di sole; il penultimo illumina un crepaccione a forma di chiglia di nave. In cima, dovendo volgere la faccia alla bufera, comprendiamo che butta male. Dopo pochi e incerti metri, il mio compagno di giornata ordina di scavare una buca - è, questa delle buche, una sua spiccata predilezione, come mi rivelerà il suo compare abituale. Che, per parte sua, ha rinunciato alla base del canalino, portandosi a valle un GPS. Quando il manufatto potrebbe candidarsi per l'abitabilità, dalla tormenta spunta un imprevisto miraggio: la guida che ci seguiva a piedi, con due signorine, si è avventurata, senza strumenti di navigazione, sulle nostre tracce, in quel verso ancora leggibili. I tre decidono di rinunciare alla cima, e insieme ci mettiamo a cacciare assiduamente ogni indizio; mal che vada, anche se non omologata per cinque, c'è la buca. A un certo punto, ecco il crepaccione (siamo mezzi salvi); piú sotto, ecco la piazzola 3650 dove, nel frattempo, si sono voltati Gino e altri (siamo salvi). Solo qui ci liberiamo delle pelli di foca/oca e iniziamo la vera discesa: piacevole e incredibilmente varia. Per l'anno prossimo, poi, Sergio promette un anello di calata dal Corno di Plaies, che permetterà di raccordare con una sola doppia il ghiacciaio sommitale e il lungo couloir sottostante: un percorso quasi in linea d'aria dalla vetta al rifugio che probabilmente scalerà in breve la hit-parade delle scialpinistiche.
Commento manto nevoso:
Vorrei tentare un uso improprio del manto nevoso per lanciare un'idea: ci sarebbe qualcuno interessato ad aggregarsi, in tutto o in parte, a un giro d'Italia, in bici, con salita alle cime piú alte delle 20 regioni? Percorso da Sanremo al Monte Bianco attraverso Liguria, Isole, Appennino, Alpi, tutto in scarpe da ginnastica tranne dalla Marmolada in poi; 4500 km da coprire in 45 gg piú imprevisti (e.g., nebbie sull'Ortles), partenza a inizio luglio.


 
 


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