Come passare 4 ore in ambiente meraviglioso e solitario, senza svegliarsi alle 3 e prima che la neve diventi impraticabile. Dall'albergo per il sentiero 213 si arriva a Tardeiba, si svolta a destra per scavalcare un colle con pini cembri (un po' rognosetta la discesa), calandosi per 100 metri alla sottostante conca. Intuitivamente, per dossi e valloncelli ci si avvicina al pulpito che domina l'Alpe di Faloria, sormontandolo per la coreografica crestina. Discesa con variante per evitare lo scavalcamento del colle, scantonando a sinistra dal fondo della conca. Dalla cima contatto visivo con la pista Vitelli, per il resto neppure un'anima in giro. Però ...verso la fine, per evitare di spingere su neve marcetta siamo scesi verso il sentiero del Rifugio Vandelli, ivi imbattendoci (era ormai mezzogiorno) in un gruppo di escursionisti, equipaggiati alla meno peggio, che avevano tentato (ovviamente senza successo) di percorrere il sentiero!!! (non avevano visto visto i cartelli posti all'inizio e parevano ignari della presenza di un cospicuo spssore di neve sfondosa)

In marcia poco prima delle 8, rientrati poco prima delle 12. Neve rigelata all'inizio, poi, già ai primi raggi del sole, rapido rammollimento. L'esposizione settentrionale dei pendii ha comunque garantito una buona consistenza del manto, in qualche tratto rimasto duro in superficie ma più spesso ridotto a polentina. Date le caratteristiche della discesa, fatta per lo più di traversi e lunghe filate in falsopiano, la sciabilità è risultata soddisfacente. Tra un paio di giorni comunque pare che cambi tutto.